pub-2690111824134616 La testa nel pallone: "Se la società mi chiama io darò una risposta": Spalletti in conferenza parla di razzismo e futuro!

venerdì 3 marzo 2017

"Se la società mi chiama io darò una risposta": Spalletti in conferenza parla di razzismo e futuro!

Alla vigilia della grande sfida, il Napoli mantiene il silenzio stampa (interrotto solo per polemizzare con l'arbitro e con la Rai) mentre il tecnico della Roma ha tenuto la sua conferenza oggi alle 15. Ovviamente molte domande hanno riguardato il suo futuro e la sconfitta di Coppa Italia. La vittoria laziale brucia ancora tra i giocatori, ma Spalletti vuole mantenere alta la concentrazione per allungare sui partenopei e non lasciar sfuggire la Juventus. Tema importante anche quello sul razzismo - cori e fischi rivolti a Rudiger mercoledì - ritenuto un problema etico dall'allenatore giallorosso. 

"Per arrivare alla pari con il calcio europeo e quelle che sono le scelte in giro per il mondo che riguardano il tentativo di annullare il razzismo dal calcio si fanno pubblicità tutti i minuti. Ci vuole un percorso di decisioni etiche e vedere questi risultati senza nessun significato dal punto di vista di presa di posizione secondo me non aiuta e ci fa rimanere distanti dal calcio europeo. Non vedo nessun significato educativo in queste prese di posizione. Bisogna essere ben decisi come all’estero ed attaccare chiunque evidenzi questo problema, perché un problema delle persone in generale essere razzisti."
L'importante è ripartire subito con la giusta mentalità. Spalletti sa di avere una squadra matura e capace di grandi prestazioni, quindi la sconfitta non deve assolutamente destabilizzare i giocatori. Sono cose che capitano in carriera, ma bisogna saper reagire.

"Si riparte. Si apre un mondo, si apre la possibilità di tirare in ballo quello che è stato il nostro percorso per arrivare qui. Da quando faccio questo lavoro ho perso circa 200 partite, ho preso 700-800 gol. Noi da quando siamo qui abbiamo giocato circa 60 partite e ne abbiamo perse 11, abbiamo preso tanti gol. Ogni volta che ho perso partite ho avuto qualcosa da dire e i giocatori hanno avuto qualcosa da fare."
Soffermandosi poi sulla gara con la Lazio e sulle chance di accedere in finale, il tecnico ammette la difficoltà ma sa bene che i suoi non tireranno mai indietro la gamba al ritorno. Inoltre non è mancato un appunto sugli sfottò ricevuti...
"Loro hanno il 70%, noi il 30. Loro hanno festeggiato, noi no. Fa parte dei giochi, loro hanno mandato messaggi su tutti i telefoni, anche sul mio telefono hanno mandato sfottò. Molti sono vintage ma è pieno. Il proprietario di casa mia è uno di quelli che mi ha detto di tutto, mi ha messo la cosina alla porta di casa. Io non l’ho fatto a lui quando è successo al contrario, ma va bene. [...] Dobbiamo fare tesoro dei nostri errori ma dobbiamo andare oltre. Siamo proiettati verso il discorso futuro in generale che avevamo preso di mira all’inizio del nostro percorso."
Tornando alla gara, Spalletti ammette di sentirsi molto vicino a Sarri, sia per mentalità sia per le origini toscane.
"Sarri ed io siamo cresciuti nella stessa terra, sappiamo quando è il momento di mandarci messaggi e quando invece dobbiamo guardare il nostro orticello e adesso è quel momento. Il Napoli come noi è maturo, noi dobbiamo mettere tutta la maturità che ci siamo costruiti in questi mesi."
La partita di domani sarà di altissimo livello e regalerà grande spettacolo. Di fronte ci sono le due squadre che hanno segnato di più finora in campionato e gli episodi saranno determinanti. I giallorossi (nonostante il giorno di riposo in meno) non sono stanchi e sono determinati a chiudere i conti per il secondo posto. 
"Quando ci sono due squadre forti così con calciatori di questo livello, è difficile dire ‘siamo assolutamente più forti in questo’. Abbiamo un leggero vantaggio, ma nel momento può essere annullato e l’altro può prepararsi a quello che succede. A volte anche se hai più qualità magari l’altro si prepara per quella situazione. Sono due squadre forti, altrimenti non potrebbero portare avanti questi numeri dall’anno scorso. Sono due squadre di cui la società, i dirigenti, i tifosi possono andare orgogliosi."
Si sofferma poi sullo stato di forma di uno dei suoi giocatori chiave, il centravanti (capocannoniere della serie A con Belotti e Higuain) bosniaco Edin Dzeko.
"A Milano ha giocato una grande partita, l’altra sera è stato sottotono. Per dire che è stanco ci vogliono 3 partite, altrimenti è una partita sbagliata e può succedere. A uno che con il suo valore assoluto ne fa 2-3 in un certo modo gli può essere abbinata un po’ di stanchezza. "
Infine una chiusa riguardante il suo futuro, commentando le decisioni di Luis Enrique e il ruolo da 'cacciatori di teste' dei giornalisti. Spalletti ha voglia di trionfare e di vincere, sta cercando di trasmettere questo carattere di grande squadra ai suoi. Sa bene però che il rinnovo non è compito solo suo, ma la società dovrà interpellarlo. 
 "Io non lo so quella che è la considerazione di questa possibilità di discorsi fatta qui o lì, potrebbe essere differente una cosa detta a Barcellona e una detta a Roma. Può essere una differenza? Noi siamo più bravi a trovare da discutere. La cosa più corretta è dirlo alla società, ci vuole un accordo prima. Lì magari è così. Qui no, ci siete voi, ci sono cacciatori di teste che portano frequentatori al mondo del calcio, disquisizioni sul mondo del calcio. [...] Qui sarebbe giusto dirlo alla società, se la società mi chiama io darò una risposta."

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